Accendi la Memoria

ACCENDI LA MEMORIA 2024

Il Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi, nell’ambito del Progetto ” Accendi la memoria” alla sua  XII edizione, organizza un incontro dal titolo

LA CHIAMEREMO RITA – TREUENBRIETZEN 23 APRILE 1945

il 27 gennaio 2024 h.10-12 , presso l’Aula magna del proprio Istituto

con l’intervento del prof. Gianfranco Ceccanei ed il patrocinio del Comune di Jesi

Il 23 aprile 1945 soldati della Wehrmacht tedesca fucilano 127 internati militari italiani in una cava di sabbia a Treuenbrietzen (Brandeburgo). La strage viene dimenticata. Dopo decenni però il ricordo riemerge. Quando gli abitanti della città cominciano a confrontarsi con il passato, tornano alla luce i ricordi soffocati di quegli atti di violenza perpetrati negli ultimi giorni di guerra.

La storia degli internati militari italiani nella Seconda guerra mondiale non ha mai veramente trovato spazio nella memoria collettiva tedesca e italiana. A seguito della capitolazione dell‘8 settembre 1943 e della rottura dell’alleanza fra Roma e Berlino, 650.000 soldati italiani furono deportati in Germania in campi di lavoro forzato. 50.000 non tornarono mai più da quei luoghi. Perché questa storia ci riguarda da vicino? Molti dei deportati erano della nostra regione. Dei 127 fucilati quattro sono sopravvissuti: Antonio Cesari di Firenze, Edo Magnalardo di Chiaravalle, Alberto Pacini di Livorno, Vittorio Verdolini di Jesi.

Ed è proprio la storia di Vittorio Verdolini che si vuole raccontare alle giovani generazioni, per non dimenticare. La narrazione verrà introdotta da Cecilia Collamati, nipote di Verdolini, e poi condotta da Rita Verdolini e Giuseppe Collamati.

Porteranno i loro saluti, oltre al Dirigente scolastico ing. Floriano Tittarelli, l’Assessora Emanuela Marguccio, la sig.ra Rosalba Cesini, Presidente ANPI sezione di Jesi.

All’incontro parteciperanno alcune classi seconde dei tre indirizzi del Liceo Vittorio Emanuele ed una classe terza. Gli alunni verranno preparati dai rispettivi docenti con un sintetico inquadramento del contesto storico, con la lettura integrale o di alcuni passi del testo che verrà presentato, “La chiameremo Rita”.

Il progetto prevede anche un gemellaggio, prima on line, tra una delle classi seconde e gli alunni tedeschi, e poi il relativo e reciproco soggiorno, tra un gruppo di studenti di Treuenbrietzen e 15 alunni del Liceo, partecipanti al progetto ed individuati tramite bando.

(scarica la locandina allegata qui sotto)

ACCENDI LA MEMORIA  2023

VITA? O  TEATRO?  CHARLOTTE SALOMON

L’artista  ebrea che illumina il buio della Shoah

Il 27 gennaio 2023, nella ricorrenza del Giorno della Memoria, il Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi, nella sua XI edizione, ha organizzato  il progetto “ Accendi la Memoria”, evento che intende insegnare a ragazze e ragazzi che non si deve disperdere il filo del ricordo della Shoah, ma soprattutto vuole far riflettere per prendere posizione riguardo ogni sorta di violenza, per erigersi contro tutti i soprusi, per condannare tutte le guerre, per scuotere le nostre vite che spesso si adagiano nell’indifferenza, si appannano senza solidarietà, senza cogliere il valore della libertà e della pace, valori questi che sembrano troppo banali per noi, ma proprio perché in altre parti del mondo vengono a mancare nella quotidianità, sono valori che urlano con tutta la loro forza e la loro vigorìa perché vogliono diventare l’unica voce che riesca a predominare nel nostro pianeta.

Per “Accendi la Memoria” , nell’edizione del 2023, su suggerimento del Dipartimento di Storia dell’Arte, si è presa  in considerazione la figura di Charlotte Salomon e la sua produzione artistica dal titolo “Vita? o Teatro?” che si compone  di più di mille guaches accompagnate da testi manoscritti con riferimenti alla musica.

Ne è derivato un progetto multimediale che ha permesso di avvicinarci alla vita di Charlotte e alla sua personalità, alla sua sensibilità, tramite materiale iconografico e fotografico raro e prezioso, fornito dal professor Bruno Pedretti, sottolineato da musiche dal forte impatto emotivo curate da tre alunni musicisti di grande sensibilita’: Gabriele Copparoni, Giacomo Dottori e Alessandro Sistilli.

Sono stati coinvolti più da vicino anche  alcuni alunni della 3A e della 3B, seguiti dalla prof.ssa Lucia Zannini, che hanno presentato un reading di  pensieri e di riflessioni  per sottolineare  l’intensa vicenda di Charlotte, ma soprattutto introdurci all’ascolto del professore Bruno Pedretti, venuto appositamente da Milano, esperto studioso e conoscitore appassionato di questa pittrice ebrea, riguardo alla quale ha curato la mostra nel 2017 a Palazzo Reale di Milano.

Il professor Pedretti ha dialogato con le ragazze e i ragazzi  nel corso di un’ assemblea d’ Istituto, promossa grazie alla collaborazione della funzione strumentale, prof.ssa  Silvia Marchegiani, e dei rappresentanti degli studenti  Sanna Mario e Sansaro Nicolò, durante la quale poi gli alunni di tutto l’Istituto sono stati impegnati in laboratori creativi di caviardage organizzati e coordinati dalle professoresse Sabrina Tacconi e Santina Pepe. Le docenti hanno formato prima i propri alunni delle classi terze, i quali poi hanno animato personalmente, distribuiti in piccoli gruppi, i laboratori nelle classi prime, seconde e quinte. L’intento era quello di dare spazio alla creatività dei ragazzi e delle ragazze, sperimentando un linguaggio, non solo una tecnica, che unisce la parola al tratto grafico, l’idea all’immagine, il pensiero al colore. Dalla teoria alla pratica, dalla visione a dall’ascolto del bello alla realizzazione di opere uniche, ciascuna a suo modo.

Inoltre il professore Bruno Pedretti ha tenuto una conferenza nel pomeriggio presso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti sede dei Musei Civici di Jesi coorganizzata  dal Comune di Jesi e dal nostro Liceo su progetto del Dipartimento di Storia dell’Arte ( professoresse Pepe, Tacconi, Zannini) e della Commissione Biblioteca (professoresse Stronati, Cucchi, Marcuccini), con l’intervento della corale Nuova Speranza  di Monte San Vito che ha eseguito toccanti brani musicali a commento della tragedia della Shoah.

Charlotte Salomon nata in una colta famiglia ebraica berlinese, si trovò a lottare contro un male oscuro che aveva condotto al suicidio sua zia, sua madre e sua nonna. In questa lotta interiore  trovò nell’arte la più fedele delle alleate, e fu l’ultima allieva ebrea dell’Accademia di Berlino, la più brava del suo anno. Ma l’ascesa del Nazismo le vietò di ricevere quel premio.

Suo padre la mise in salvo in Costa Azzurra in Francia, ma dopo l’8 settembre del 1943, i nazisti presero possesso  della Francia e la sera del 21 settembre, Charlotte incinta di cinque mesi, e suo marito furono portati ad Auschwitz.

Sentendo avvicinarsi il suo epilogo, Charlotte, dopo aver lavorato incessantemente e freneticamente  per reagire al buio della sua esistenza e per  individuare tramite  i colori primari il senso della Bellezza, aveva consegnato in mani amiche e fidate un pacco di oltre mille carte dipinte,” lavoro di tutta la sua vita” e che narrava la sua biografia a cui diede il nome di ” Vita? o Teatro?”.

La storia di Charlotte Salomon ci tocca profondamente.

Sembra proprio che Charlotte ci stia interpellando, proprio ora, ci stia chiedendo: è Vita  o Teatro?

Dove passa effettivamente la sottile linea di demarcazione tra la realtà dello scorrere della nostra esistenza, della nostra storia, e la finzione scenica, l’illusione immaginifica che ci permette di ricreare un’altra realtà, desumendola dalle profondità degli abissi interiori o dalle necessità di immergersi in valori perduti?

E’ proprio così importante trovare questo crinale spartiacque, o invece è bene lasciare che gli accordi musicali della sensibilità più profonda travalichino la quotidianità, se ne impossessino riempiendone la vita, dandole significato, arricchendola per cogliere  Bellezza e Armonia, elementi tanto agognati, sempre, ma impossibili da individuare nella storia dell’uomo?

Riflettere su tale quesito ha permesso a Charlotte di creare la sua opera d’arte nell’inferno dei suoi tempi e della sua vita, così come a noi concede di cogliere i colori più urgenti, più necessari, più vitali del nostro vivere.